Mineo, 29 maggio 1988
Atrio Comunale
La Pigghiata
350° anniversario della nascita di Paolo Maura
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Paolo Maura (Biografia)
Nella seicentesca Mineo sottoposta alla repressiva dominazione spagnola, il 23 Gennaio 1638 nacque Paolo Maura. • Sulla sua infanzia non si hanno notizie, si sa che da giovane ebbe l'opportunità di studiare retorica presso il Collegio dei Gesuiti e ben presto iniziò ad esercitare il proprio estro poetico. L'amore ebbe una incidenza determinante nella sua esistenza e a causa di una passione amorosa ebbe a patire il carcere. L'amore., anche se corrisposto, fu ostacolato dalla famiglia della ragazza, i Maniscalco, che la fecero rinchiudere presso il monastero di Santa Maria degli Angioli. Ciò nonostante il Maura non desistette dall'amarla; trascorreva parecchio tempo seduto sui gradi-ni della chiesetta dello Spirito Santo, così da far pensare che tramasse la fuga con la ragazza. Su di lui fu fatta cadere l'accusa di scandalo pubblico e arre stato come "scomunicato" e "rivoluzionario", fu rinchiuso prima a Piazza Armerina e poi a Palermo. Dalla triste Vicaria uscì per una fortuita combinazione, grazie alla composizione di un Miserere contro la città di Messina.
Liberato, ritornò a Mineo, dove il 23 gennaio 1673 sposò Doralice Limoli. La sua vita a Mineo fu vessata da parecchie molestie, non ultima la morte della moglie. All'età di 74 anni si spense in Mineo il 24 settembre 1711 e fu sepolto nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
Il Maura fu considerato e lo è tuttora, poeta dialettale tra i più illustri e le terzine della sua "Pigghiata" rappresentano l'apogeo della poesia satirico-burlesco del XVII secolo in Sicilia.
LA PIGGHIATA
Nella lettura de "La Pigghiata" bisogna tenere sempre presente che il Maura, pur essendo dotato di originalissimo estro poetico e di buona conoscenza della tradizione letteraria, rimane pur sempre un cantore dello spirito popolare cittadino, il quale si è preso la rivincita "in versi" su tutte quelle angherie e corruzioni sociali, nella speranza di dare a certe ingiustizie temporali una condanna eterna. E poco importa allora se tanti motivi possono sembrare di proprietà della tradizione popolare: il Maura in questo caso, oltre ad essere stato originalissimo interprete, non ha fatto altro che suggellarne il carattere di rivalsa, aggiungendovene la cruda impronta dell'esperienza che subì di per-sona, permettendo così pure a noi di odiare quegli "sbirri", "clericazzi", "bifulchi annubiliati" che furono nemici suoi e dei menenini di allora e che, ahinoi, continuano ad esserlo in questo "borgo" di oggi: "La Pigghiata", che eternò la rivincita del Maura sui suoi nemici, oggi ci appare come uno squillante ammonimento delle nostre spesso ipocrite forme sociali.
Il poemetto, che prende spunto da una vicenda personale, è esposto in forma di epistola indirizzata al suo amico Orazio Capuana, poeta menenino a lui coevo. Nella prima parte dell'opera, il Maura si accanisce contro il destino (la "fortuna") il quale permette proprio ai più cafoni ed ignoranti di avere il sopravvento sui migliori, di cui lui si reputa emerito rappresentante. Il momento centrale del poema è costituito dall'evocazione del suo arresto, in cui si sbizzarisce nel darci una sequenza di ritratti dei figuri che collaborarono o assistettero alla sua cattura. Le pagine più belle restano quelle ambientate nelle carceri dove i suoi sentimenti si proiettano nell'ambiente circostante e la descrizione del quale alimenta la poesia più alta del Maura.
Personaggi e Interpreti
Lettore: Gianfilippo Passante
Paolo Maura: Andrea Siragusa
Salamanca: Giuseppe Tropea
Ciccu Ciancicu: Fabio Baldacci
Don Petru Zaccaria: Nuccio Musumeci
Don Parmeni: Mario Tamburino
Don Mariu Severinu: Aldo Fichera
Don Stefanu Jaluna: Giuseppe Centamori
Don Paulu Sudanu: Carlo Blangiforti
Pasqualazzu: Giuseppe Olivieri
Ninu: Simone Tropea
Gisippazzu d'Amarù: Claudio Buccieri
Cuddura: Agrippino Pagano
Cirruviu: Giuseppe Raia
Lettori delle Poesie
Eugenia Bellino
Rosanna Gambuzza
Andrea Siragusa
Produzione
Carlo Blangiforti
Aldo Fichera
Sebastiano "Ninni" Maglione