La padellina
Calendario 2015
Il Centro Culturale Permanente Paulu Maura, nell’approssimarsi del Centenario della morte di Luigi Capuana, con la pubblicazione di questo calendario, vuole dare il proprio contributo alle onoranze da tributare allo scrittore menenino. Il nostro tributo si configura come un esperimento innovativo di fruizione di una sua opera, una fiaba, La padellina, da ‘rileggere’ in una nuova funzione e con illustrazioni create ad hoc.
La scelta de La padellina non è assolutamente casuale. Il Centro si era in precedenza occupato di questa fiaba, approntando un’edizione destinata ai ragazzi con problemi di dislessia, ora la riproponiamo consci che si tratta di un echantillon con caratteristiche universali che danno in questo caso la dimensione del respiro della produzione dello scrittore verista.
Ogni popolo ha le sue fiabe nazionali e i suoi intrecci. Ma vi sono anche intrecci di un altro tipo, quelli internazionali, noti in tutto il mondo o almeno a un gruppo di popoli […] In una certa misura la fiaba è il simbolo dell’unità tra i popoli. I popoli si capiscono a vicenda attraverso le fiabe.
La citazione di Propp calza perfettamente al caso de La padellina, con la quale siamo al cospetto di una fiaba con
intrecci internazionali.
Si è propensi a credere che le fiabe siano espressione di un singolo popolo e che rappresentino mondi distanti, eppure basta confrontare due fiabe quali La padellina di Luigi Capuana e l’africana Come andò che i bambini furono frustati per la prima volta per accorgersi del comune meccanismo utilizzato in entrambe, ovvero, il potere prodigioso della padellina nel primo caso e del piatto nel secondo, capaci di produrre cibo senza fine solo pronunciando una sorta di formula magica. Nel caso del nostro:
D’allora in poi, a ogni mezzogiorno, la ragazza metteva la padellina sul focolare spento e domandava al padre:
Che volete? Una costoletta? Una frittata?
Una frittata.
E poco dopo la frittata era bell’e cotta da poter bastare per otto persone.
Mentre la fiaba africana recita:
Ora un giorno padre Ananse andò nel bosco e là vide che c’era un bel piatto.
Disse: Questo piatto è bello.
Il piatto disse: Non mi chiamo mica “Bello”.
Il ragno allora domandò: Come ti chiami?
Lui rispose: Mi chiamo “Serviti-e-Mangia”.
Il ragno disse: Allora serviti, così mi fai vedere.
Il piatto si servì zuppa d’olio di palme, e Ananse la mangiò tutta.
L’espediente dell’oggetto prodigioso che sorregge le due fiabe in questione trova riscontro anche nella breve fiaba dei fratelli Grimm La pappa dolce, a corroborare la tesi di come determinati processi culturali abbiano un carattere universale e di come a questa universalità appartiene buona parte della produzione letteraria di Capuana.
Le illustrazioni originali sono opera di Carlo e Nello Blangiforti. I disegni hanno cifre e stili assolutamente personali e apparentemente opposti. Quelli del primo presentano un tratto volutamente netto, preciso ed essenziale, un tratto che fa l’occhiolino alle illustrazioni ottocentesche di grandi autori quali il Mussino del Pinocchio, lo Yambo di Ciuffettino o, perfino, il Terzi de Gli “americani” di Ràbbato di Capuana. Uno stile che non dimentica, però, la lezione di grandi graphic novelist dal Winsor McCay di Little Nemo ai contemporanei Milo Manara e Vittorio Giardino.
Nello Blangiforti ha voluto, al contrario, raccontare la fiaba di Capuana con una mano diversa, a volte sporca, talvolta tesa. I riferimenti sembrano quelli dell’espressionismo tedesco di Franz Marc, di Ernst Ludwig Kirchner o di August Macke. Un tipo di illustrazione “esistenziale” che impasta significato e significante, quel che si vuol dire con il come si dice: una linea nervosa, graffiata, quasi xilografica, un tipo di illustrazione che riesce a condensare in una variazione di toni, in sfumature e tratti, un intero universo narrativo.
Due mondi solo in apparenza opposti, perché ambedue si sono posti come obiettivo di raccontare per immagini “riassunte” lo spirito fanciullesco del grande scrittore menenino, uno spirito che con poche parole, con pochi disegni ha inteso, intende e intenderà a lungo parlare con speranza al cuore dei piccoli e alla mente dei grandi.
Buona lettura.
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