Attotale
Ottobre 1997
Dall'editoriale di Salvina Monaco
«Eccoci ritornati, cari lettori, forse con i piedi un po' più per terra, ma non per questo meno desiderosi di parlare, parlare, parlare, dando, nei limiti delle nostre possibilità, una visione 'attotale' di quella che è la nostra realtà menenina e/o giovanile, raccontando, come qualcuno ha fatto, le proprie infelici esperienze scolastiche o curando, con semplicità, aspetti culturali che ci stanno a cuore libri, fumetti, cinema, computer, ecc., perché si possa cominciare a porgere maggiore attenzione ai giovani di Mineo, alle loro idee, alle loro potenzialità, offrendo, a volte, spunti di riflessione, nella speranza che, illustrando il proprio pensiero e i propri problemi, le tanto frequenti fratture esistenti fra i diversi mondi coesistenti in una stessa realtà possano, in qualche modo, sanarsi, abbandonando quei tanti pregiudizi che, spesso, per paura, ignoranza o altro, vengono nutriti. L'esperienza vissuta con la pubblicazione del nostro primo giornalino è stata molto interessante, addirittura entusiasmante per alcuni (si veda la sottoscritta), ovviamente non ignorando i tanti errori commessi (e non ci riferiamo solo a quelli ortografici!) Certo, con una maggiore esperienza e lucidità si sarebbe potuto fare di meglio, ma l'ingenua felicità di poter stringere fra le mani un qualcosa di veramente nostro, ci ha, tante volte, fatto perdere di vista certi aspetti che, nelle prime entusiastiche previsioni, avevamo creduto e, forse, fatto credere di poter curare straordinariamente, portando uno spiraglio di verità presso il paese dai pochi ruderi di un irreale castello e di quello strano tizio, sempre ritto con una penna e un libro nelle mani, conie a voler dire d'essere pronto ad afferrare ed immortalare quel supremo pensiero in ogni attimo, pensiero che, tuttavia, sembra non voler mai arrivare, costringendolo a quell'eterna attesa e divenendo, al fine, quasi l'infelice simbolo delle tante "anime vaganti" del nostro paese, di certo ben disposte a dimostrare mille buone intenzioni, però poi, di fatto, lungi da ogni reale realizzazione, non sempre per mancanza dì capacità, ma semplicemente di spirito di volontà e fiducia non solo nel prossimo, ma, ancora prima, in se stessi... Come dicevo, in un primo momento, presi dall'euforia di una nuova e interessante iniziativa, pensavamo che sarebbe stato possibile, con la forza delle nostre parole, sature di quelle speranze e rabbia e i tanti altri contrastanti sentimenti che ce le ispiravano, abbattere ogni barriera e insegnare alla gente a guardare oltre, ma non è stato proprio del tutto così: ci siamo ritrovati ad avere tra le mani non sempre i frutti delle nostre tante belle speranze e idee, ma, piuttosto, della nostra inesperienza... Ma questo, ve lo assicuriamo, non ci farà gettare la spugna! Le reazioni ottenute con la vendita del giornalino sono state varie: ci sono stati la diffidenza, il pregiudizio, la noia, ma anche l'interesse, la curiosità, la speranza che i giovani di Mineo possano cominciare a svegliarsi, aprendo nuove strade ai tanti annoiati,, vestiti con capi firmati, che molto spesso finiscono con il riempire solo i margini della nostra realtà, bruciando nella voluta ingenua indifferenza dei tanti . . .Anche se coloro i quali credono in noi dovessero essere pochissimi, continueremo a scrivere e a ricordarvi dell'innato untore che è presente in ognuno di noi (e di voi?!)...»
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