Mineo - Storie di pietre e di uomini
Noi, figli di Ducezio e Capuana, figli di questa Mineo odiata e amata, abbiamo ben chiare le immagini dell’oggi, o almeno si spera; conosciamo quella data chiesa, quel viale, quello scorcio ameno; sappiamo riconoscere il vicolo dove abbiamo giocato da bambini, dove ci siamo incontrati di nascosto, gli angoli più segreti di un paese eterno e immutabile dove ci siamo sentiti a casa, protetti. Questo almeno crediamo. Ma Mineo, come la Sicilia, come il mondo intero, è un organismo vivo, che nella logica segreta dell’intrecciarsi di vicoli, cortili e vie, di palazzi e monumenti, si trasforma, deperisce, perisce, rinasce e vive ancora una volta... Non si finirà mai di ripetere che il nostro paese è il paese dove la poesia si è fatta cosa viva, si è incarnata nelle cose, nelle case, nei monumenti, nelle pietre... Tutti abbiamo subito, scelto ed esaltato il mito della Parnaso sicula, abbiamo enumerato, ripetuto, catalogato le voci dei poeti e dei narratori. Il più delle volte poeti e narratori, anche solo nell’intimo dei nostri diari, siamo divenuti tutti. Ma queste parole spesso, molto spesso, sono echi remoti di tempi andati oppure voci che hanno parlato con nostalgia di un passato che non c’è più, un mondo reale come può esserlo ciò che esiste solo in altre dimensioni.
Fuoriporta, la Stratalonga, la Varanna, le parrocchie e le chiese scomparse, il Castello, Sant’Agostino sono spettri che si aggirano nelle nostre vicende personali. Fantasmi evocati, come è nello spirito di Capuana o di Bonaviri, dalla parola scritta, dalla letteratura, dalle foto in bianco e nero che riposte in scatole di scarpe, incastrate nella cornice dello specchio del cantarano, dimenticate nelle buste gialle delle lettere degli emigrati, sono la testimonianza di come eravamo e non siamo, non saremo mai più.
Questo volume non vuole essere solo una raccolta di antiche foto ma si vuole configurare come un invito alla riflessione sull’entità Mineo e sull’identità menenina carpendo da quelle foto e prestando ascolto alle voci dei menenini (e non) dei secoli scorsi, l’evoluzione, gli strappi, gli scempi, le lacerazioni del tessuto sia urbano che sociale.
Foto, documento di vicende umane non altrimenti note e narrate, testimonianze etnoantropologiche dal valore inestimabile, che raccontano usi, costumi, stili di vita, la comunità, e, soprattutto gli uomini e le donne che hanno ‘costruito’ sia materialmente che socialmente Mineo.
Se le foto panoramiche, con monumenti e chiese catturano i nostri sguardi e ci fanno spalancare gli occhi mettendoci di fronte ai disastri che la nostra furia modernista ha prodotto, le foto con al centro gli abitanti di Mineo, ovvero i nostri antenati, ci ‘stregano’, ci fanno soffermare per lunghi minuti, quasi a voler ‘rubare’ ogni minimo dettaglio di quell’umanità che, sentimentalmente avvertiamo come strettamente prossima, ci fa vibrare interiormente, e in particolare ci spinge a un confronto tra l’oggi e l’ieri, tra il noi e il loro, con un bilancio che, se in termini materiali ci fa propendere per la condizione attuale, in riferimento ai rapporti umani e alle relazioni interpersonali, senza lasciarsi condizionare dall’inevitabile effetto nostalgia o fantasticare un passato idilliaco, il pendolo oscilla in direzione ostinatamente opposta. In questa prospettiva si giustifica la strutturazione del presente volume in sezioni, dedicate rispettivamente a:
a) panoramiche della città;
b) monumenti e chiese;
c) spazi della socialità;
d) lavoro;
e) manifestazioni e lotte;
f) folklore;
g) curiosità e varia
che reputiamo come le più qualificanti di un’identità, di un’appartenenza scevra da implicazioni sociologiche foriere di ingiustificate e artificiose barriere umane io-noi versus gli altri.
A corroborare le immagini fotografiche abbiamo associato la forza delle parole, a volte lapidarie, di figli, illustri e non, della nostra Parnaso sicula nell’intento di rendere più vivo questo ‘viaggio’ e suscitare una riflessione sul rapporto tra noi e la nostra città e, soprattutto, sulla nostra socialità.
Con l’augurio di una buona visione-esplorazione a tutti i menenini che amano ri-scoprire il passato della loro città e con la speranza che sappiano trarre un positivo e maggior rispetto verso di essa.
15,- €