25 gennaio 2009
Ancora con Maura
Incontro in occasione dell'apertura dell'anno sociale 2009
«Un altro modo di vivere la cultura, la creatività e la propria dignità… uno spazio dove sia possibile realizzare tutto ciò non è utopia, questo spazio finalmente ritrova, oggi, come lo era stato in precedenza, il suo habitat naturale nel Centro Culturale Permanente Paulu Maura.
In prospettiva il Centro si configura come la piattaforma su cui costruire un nuovo modello di associazione caratterizzato dalla presenza di cittadini attivi, cioè cittadini autonomi, solidali, responsabili, che desiderano manifestare la propria creatività nelle varie forme espressive e condividere le proprie competenze e potenzialità
In un tempo di disperante omologazione si avvertiva la necessità di uno spazio per esprimere la propria creatività, di far sentire la propria “diversità” comportamentale e palesare con uno stile di vita lontano dal rampantismo imperante come si possa vivere la cultura in maniera attiva non per spiattellarla addosso agli altri alla prima occasione, ma per interiorizzarla e agire di conseguenza, uscendo dal ruolo passivo di utente-fruitore per calarsi in quello di soggetto attivo che si prenda cura della cultura e dei beni culturali, ma anche dei beni comuni quali il territorio, l’ambiente, l’acqua, l’aria, la legalità, i diritti dell’uomo, la salute, l’istruzione. Un modo altro di essere cittadino, non adeguandosi passivamente agli stereotipi e ai falsi miti della civiltà attuale, non accettando acriticamente i modelli di vita “stiltelevisivo”, preferendo una vita autentica, molto più sobria, colma di dignità ed esempio chiaro di persona che crede nell’autorevolezza e non nell’autorità, di persona che crede nelle proprie potenzialità e su di esse fa affidamento, e soprattutto non intende umiliare e far umiliare i propri sacrifici, perché la cultura serve a creare uomini liberi e non vassalli, valvassori o valvassini.
Il nostro istinto deve spingerci a realizzare molte cose per divertimento e anche perché sentiamo che è giusto così. Troviamo che leggere sia un modo per tenere insieme il proprio spirito e tiene in allenamento quegli strani muscoli che nessuno sa dove siano: i muscoli della fantasia. I primi libri letti da molti di noi erano fiabe. Ancora oggi crediamo nel lieto “… e vissero felici e contenti”, a prescindere dalla nostra esperienza personale. Le fiabe nascondono verità profonde, soprattutto quelle antiche. La nostra fiaba preferita è I vestiti nuovi dell’imperatore di H. C. Andersen, in cui l’unica persona che vede e dice la verità è il bambino. Questa è la meta a cui dobbiamo tendere. Sempre. Ecco cosa deve essere il Centro Culturale: il bambino che ha il coraggio di gridare «Ma se non ha niente indosso!», che ha il culto della verità, contro l’ipocrisia dominante della convenzione e della convenienza sociale. Crediamo che in questo modo si legittima la scelta di dedicare questo Centro a Paolo Maura, vero fustigatore dell’indole e dei vizi dei suoi concittadini, e sulla cui scia ideale abbiamo sempre collocato la nostra rotta perché:
Divintasti cita’, chi Diu ni scanza,
Cu’ t’abita ‘na vota, ti rinunza;
Stravaganti cita’, tutta mancanza,
Chi di bonu nun pisi mancu un’unza».
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